Il mio amico ha una fidanzata Danese.
Durante le vacanze di Natale ho avuto il piacere di condividere una pizza con loro.
Tra una chiacchiera e l'altra, è uscito un argomento che riguarda i bambini e precisamente un metodo Danese che è nettamente in contrapposizione con il sistema e modo di pensare dei genitori italiani.
Il tema è: bambini/freddo, freddo/bambini....
Adoro questo tipo di confronti interculturali.
Vi riporto di seguito un'intervista che ho fatto a Signe, la mia amica danese.
- Qual è il tuo lavoro? Ce ne puoi parlare?
- Quando sono nati gli asilo all’aperto? Come sono strutturati? Perché sono nati?
Gli asili all’aperto ai quali ti riferisci sono nati intorno
agli anni 70. L’idea era quella di far sperimentare la natura ai bambini
(specie quelli che crescono in citta’) in modo da evitare che crescessero senza
conoscere il mondo naturale. Partiti in modo sperimentale, sull’onda della
sensibilita’ ambientalista nata negli anni 70, questo tipo di asili sono ora
piuttosto comuni.
Da un punto di vista pratico, sono generalmente posti in un
bosco, dove i bambini vengono portati dai genitori, oppure da un bus.
Generalmente sono dotati di una piccola costruzione riscaldata che ospita i
servizi e la mensa, e come riparo per le attrezzature e in caso un bambino non
si senta bene. A volte e’ il bus stesso che viene utilizzato come riparo.
- I genitori italiani e soprattutto le mamme, hanno l’abitudine a tenere i bambini molto vestiti, per paura che si possano ammalare. La preoccupazione più diffusa in Italia è che i bambini siano sufficientemente coperti e che stiano al caldo. In Danimarca le mamme hanno lo stesso tipo di apprensione?
- Ricordo che mia nonna, solitamente pronunciava la frase: “mangiare al caldo e dormire al freddo!” Mi sembra che i paesi nordici tra cui la Danimarca, di questo principio ne abbia fatto addirittura una regola. Ce ne puoi parlare?
- Suppongo che, anche tua mamma, quando eri bambina, ha usato questo metodo con te, ne hai dei ricordi? E se si, come sono? Ti ricordi i brividi, il battere i denti, il freddo nelle ossa o nei hai dei ricordi piacevoli?
C’è un modo di dire danese che dice “non esiste il cattivo tempo,
esistono solo cattivi vestiti”. In effetti qui ci si veste in modo molto piu’
tecnico, in modo da poter stare al caldo anche all’aperto, nonostante il
tempaccio. Capi come le calze di lana, le “mutande lunghe” o le tute integrali
da sci sono utilizzati piuttosto di frequente nella vita di tutti i giorni.
Mi ricordo invece di aver avuto molto freddo piu’ tardi da
adolescente. Facevo vela e ci allenavamo tutto l’anno. A Gennaio, quando la
temperatura va sotto zero e c’e’ vento, si congelava tutto sulla barca… Mi
vengono i brividi ancora adesso a pensarci!
- Perché un genitore, secondo te, dovrebbe scegliere di mandare il proprio figlio ad un asilo all’aperto piuttosto che in quello tradizionale?
Penso che in parte sia per voler insegnare ai propri figli a
conoscere e rispettare la natura. Ma anche e soprattutto perche’ si e’
osservato che questo sistema ha dei vantaggi nello sviluppo dei bambini.
Come ti dicevo questo tipo di strutture e’ nata in maniera
sperimentale negli anni 70. Da allora ci sono stati diversi studi sull’effetto
che hanno sui bambini. Da questi studi e’ emerso che i bambini cresciuti in
questi asili all’aperto rispetto ai loro pari-eta’ cresciuti in asili
tradizionali mostravano migliori parametri di sviluppo. In particolare migliori
abilita’ motorie (equilibrio, coordinazione occhio-mano), una maggiora abilita’
di concentrazione, e soprattutto una migliore autonomia nel risolvere
situazioni di conflitto da soli, senza l’intervento degli adulti.
Inoltre, si e’ osservato come in generale i bambini si
ammalino di meno, probabilmente perche’ essendo all’aria aperta c’e’ molto piu’
ricambio d’aria rispetto che nelle stanze di un asilo, il che limita la
trasmissione del contagio da bambino a bambino.
Alcuni studi hanno poi seguito i bambini negli anni
successivi, e dimostrato come i risultati scolastici siano in media migliori.
- Come hanno risposto i genitori danesi a questa alternativa?
- Nel tuo lavoro, sei a contatto solo con le insegnanti o anche con i bambini? Se sei a contatto con i bambini, ti risulta che la presenza di influenze e polmoniti sia importante?
No, succede il contrario. Stando all’aperto (ovviamente ben
vestiti) si ammalano di meno, perche’ il rischio di trasmissione del contagio
da bambino a bambino e’ minore, stando sempre all’aria e non stagnante.
- Mi è capitato di vedere una foto scattata in Danimarca con tanti passeggini parcheggiati fuori da un caffè, senza genitori nelle vicinanze. Perché?
- Ma anche negli appartamenti e nelle scuole si tende a tenere temperature molto basse, o tranne il momento della nanna, negli altri momenti della giornata i bambini vivono al caldo?
- Hai un fidanzato italiano e di recente sei venuta qualche giorno in italia per le vacanze. Che idea ti sei fatta dei genitori italiani (se te ne sei fatta una). Credi che il metodo danese potrebbe funzionare qui da noi?
Non mi sono fatta un’idea precisa sulle famiglie italiane,
ma penso che in tutto il mondo i genitori vogliono che i figli siano felici e
sani! Non saprei se il metodo danese potrebbe funzionare, sicuramente ci sono
delle differenze culturali e di contesto. Poi chissa’ se e’ meglio il metodo danese o quello italiano...
- Se è vera la frase che ciò “che non ti uccide ti fortifica”, le vostre abitudini a temprare i bambini al freddo, dovrebbero garantivi un’aspettativa di vita più lunga. Allora come spieghi che nella classifica mondiale dell’aspettativa media di vita di una popolazione, la Danimarca è al 47° posto, rispetto all’Italia che è al 11°?
- Signe, se tu avessi un figlio e vivessi in Italia, adotteresti comunque il sistema danese? E se si, perché?
Non sono tra quei genitori che mettono il maglione di lana ai figli quando fuori il termometro segna 20°. In alcune cose mi sento un po' danese.... I miei bambini di 6 anni, per tutto l'inverno, anche con 5 gradi, hanno fatto lezioni di canoa all'aperto con addosso solo una muta ed una giacca impermeabile, quindi credo di essere già in quella fetta di genitori border line, rispetto alla media italiana. In effetti i miei figli non sono soggetti a molte influenze, ma non so dire se è solo "fortuna" o è il risultato di un comportamento. Certo è, che non ho mai preso in considerazione di far dormire i miei figli sul balcone con -1°, ed in Italia, ritengo che sia assolutamente impossibile anche sono pensare di lasciare il proprio pargolo in un passegino, mentre tranquillamente ti bevi un capuccino ed una brioche in un bar con un'amica. Ma questo solo perchè, il rischio è di non trovare neppure il passeggino, oltre che il bambino.
Ma, ritengo, che per ogni cosa, ed in ogni confronto con altre realtà, sia opportuno valutare ciò che di buono possa esserci. Questo confronto con Signe è stato veramente interessante. Ciò che mi è piaciuto di più, è il concetto di asilo/scuola all'aperto. Sono d'accordo con lei, che un bimbo, a cui si dia la possibilità, fin da piccolo, di fare esperienze di vita combinate tra istruzione classica ed istruzione "naturale", utilizzando elementi della natura nella didattica, abbia negli anni ad avvenire, una marcia in più. E' un valore aggiunto che non potrà che renderlo un uomo migliore.
Lascio a voi, ulteriori considerazioni...
Ringrazio Signe per aver risposto alle mie domande in modo preciso e dettagliato e ringrazio, il mio amico Alberto, nonchè il suo fidanzato, per aver fatto da interprete (italiano - inglese, inglese - danese, danese - inglese, inglese - italiano). Vi aspetto, per un'altra serata insieme.....
bambini danesi durante il riposino pomeridiano
La principessa Mary di Danimarca che porta i due gemelli (principi ereditari) a scuola |
Bimbi "parcheggiati"fuori da un caffè |
Asilo danese...il momento della nanna |
Signe
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