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martedì 2 febbraio 2016

Ho ricevuto un regalo, sul biglietto c'è scritto: 'by Chiedi a Papà'

Libertà, inresponsabilità, relax, lusso, ecco di che regalo si tratta. Non quantificabile, perchè quando sei pervaso da un mix di emozioni, il valore non ha prezzo.
Mercoledì, ore 7:00.
Ho chiuso il portone alle mie spalle, un trolley blu nella mano destra ed un trolley rosso nella mano sinistra, un biglietto del treno (Cuneo-Milano) in una tasca ed un foglietto nell'altra con l'appunto: "Appena arrivi a Milano telefona al numero 348........, ti verranno fornite nuove indicazioni!"

Un respiro profondo. La consapevolezza che tutto ciò che avevo immaginato negli ultimi due mesi stava diventando realtà. Un veloce sguardo verso l'alto, con l'intenzione di salutare telepaticamente tutta la mia famiglia che avevo lasciato lassù, al terzo piano della palazzina in mattoni rossi.
Un pensiero rivolto ai miei bambini che in quel momento stavano ancora dormendo, un senso d'ansia, perchè me ne ero andata in silenzio, senza svegliarli, come una ladra. Cosa avrebbero detto quando, appena svegli, avrebbero chiesto di me e gli sarebbe stato detto che mamma era partita? Si sarebbero sentiti traditi?
E' vero che nei giorni precedenti avevo provveduto ad informarli del mio viaggio, ma forse si aspettavano un bacio o un abbraccio, la mattina della mia partenza.
Bhè, ormai, era inutile pensarci. Il dado era tratto, ed avevo un treno da prendere. 
Due ore e mezza di quesiti, domande senza risposta: dove andrò, cosa farò, come starò?
Una sensasione ha prevalso su tutte, mi sentivo adolescente. Vi ricordate la prima vacanza senza genitori? L'eccitazione di essere autonomi, indipendenti e liberi. Sentirsi padroni del mondo, ma prima di tutto, padroni di se stessi. Sentirsi grandi, ma anche un po' preoccupati perchè eravate consapevoli che essendo la prima volta, non eravate certi di saper affrontare quella situazione? Io ce l'ho dentro da allora. Un momento incancellabile.  Forse, perchè, è stato l'unico. La sola volta che ho fatto una vacanza da sola, avevo 17 anni. Una settimana bianca, organizzata dal mio Istituto Scolastico. L'anno seguente, ho conosciuto, colui, che 8 anni dopo sarebbe diventato mio marito, quindi dai 18 anni in avanti, le vacanze erano con lui. Belle, certo, ma in coppia. Poi sono arrivati i figli. Entusiasmante partire in 4, raro partire in due, inimmaginabile partire da sola.
Ma quando meno te lo aspetti, ci pensa una trasmissione televisiva a regalarti un'esperienza che, altrimenti, probabilmente, non avresti mai scelto di concederti.
Sia chiaro che avrei potuto, nessuno me l'ha mai impedito, ma il tram tram quotidiano, i tempi sempre più ristretti per staccare la spina, la scala delle priorità, insomma, non ci avevo mai pensato. Ma ora che ci stavo pensando, obbiettivamente, sentivo di meritarmelo e di averne proprio bisogno.
Scesa dal treno, ho tirato fuori l'appunto che tenevo in tasca, ho composto il numero ed una voce dall'altra parte mi ha detto: "davanti all'entrata centrale della stazione c'è un'auto con autista che ti aspetta!"
Un auto con autosta che aspetta me? E che auto... Una macchina nera, top della gamma, quelle su cui, solitamente, vedi politici o vip.
Ero una diva!!! Mamma Ilaria, abituata a viaggiare su di un'utilitaria, perennemente sporca, con due alzine sui sedili posteriori, veniva accolta da un signore distinto in completo nero e cravatta e da lì a poco, avrebbe appoggiato i suoi, non molto regali, glutei su dei sedili in pelle, in un'abitacolo iper tecnologico, full optional, con sedili riscaldati e riscaldamento a zone. Per non parlare della galanteria dell'autista che con eccessiva riverenza mi ha messo i bagagli nel baule dell'auto e mi ha invitato ad accomodarmi.
Eccessiva per me. In fondo, ero solo Mamma Ilaria.
"Dove siamo diretti?"
"Non glielo posso dire Signora"
Mistero, mi è sembrato di vivere una caccia al tesoro.
La mia famiglia, a più di 250km da me, era ormai sveglia: "Fulvio avrà preparato la colazione e avrà già accompagnato, i bambini, a scuola. Nulla di strano, capita spesso che sia lui ad adempiere alle prime fasi della routine giornaliera, ma in quella situzione, osservato dall'imperturbabile occhio vigile delle telecamere, e conoscendo il suo carattere, posso solo immaginare, l'imbarazzo. Chissà come se la sarà cavata?"
Abbiamo imboccato l'autostrada e dai cartelli stradali ho iniziato a pensare che forse stessimo andando all'estero.
"Mi scusi, espatriamo?"
"Non glielo posso dire Signora!"
L'autista ha cominciato a starmi un po' meno simpatico, la curiosità ha preso il sopravvento e non avere risposte ha iniziato ad innervosirmi un po'.
La prima considerazione che mi è venuta in mente, è che, se veramente, fossi andata all'estero, le comunicazioni con casa sarebbero state più complicate.
Mi avevano avvertito di portare vestiti pesanti, ed in effetti, stavamo salendo. 600m, 700m, 1000m, 1500m. Il panorama non mi era nuovo. Vivo a Peveragno, sono costantemente circondata da una catena montuosa. Ciò che mi si presentava davanti mi era famigliare, un po' più roccioso, meno lussureggiante, ma molto simile a quello che vedevo ogni giorno.
"Signora, siamo arrivati"
"Noooo, incredibile, persa nei miei pensieri, non ho prestato attenzione ai cartelli e quindi non so dove sono!"
Non di meno, ma bensì, il Direttore dell'hotel, in persona, mi ha aperto la portiera della macchina e mi ha accolto nella struttura.
Un hotel così, nella mia realtà, l'avrei solo potuto immaginare: maestoso, elegante, raffinato, curato in ogni dettaglio, uno stile particolare, in parte montano, in parte orientale, oserei dire giapponese.
Lussuoso all'inverosimile, ogni mobile, divano, lampadario, complemento d'arredo, ornamento, prendi polvere, trasudava denari. Tanti denari!!!    
"Non sono più solo una diva.... sono la Regina Elisabetta in persona!"
Alla reception ho conosciuto la mia compagna d'avventura, l'altra mamma che con me avrebbe vissuto i prossimi 5 giorni di beata nullafacenza!
"Signore, vi chiedo di consegnarmi i vostri cellulari. Vi saranno restituiti alla fine del soggiorno!"
"Ecco risolto il problema delle comunicazioni dall'estero!"
Questa sorpresa non l'ho gradita per nulla, ma alla fine, chissene, se sarei restata qualche giorno senza cellulare. Avrei poturo solo che guadagnarci; disintossicarmi dalle onde elettromagnetiche non avrebbe potuto che farmi bene. 
"E casa? A casa sopravviveranno anche senza sentirmi per qualche giorno..."
Wow, ero lì da soli 10 minuti e mi sentivo già più leggera. I pensieri erano più superficiali e le ansie erano meno pressanti. E' proprio vero che la ricchezza e lo sfarzo ti cambiano!
Il colpo di grazia è arrivato quando sono entrata nella mia camera. Che già chiamarla camera è un insulto all'ambiente.
Con una piroetta a 360° ho individuato i primi particolari: caminetto, frigo bar, divano, letto a 2 piazze e mezzo con 15 cuscini sopra, terrazzo, bagno con specchiera stile camerino di un teatro, con le luci su tutto il perimetro dello specchio, vasca al centro della sala da bagno. E quello era solo l'inizio perchè nelle ore successive ho scoperto dettagli non poco rilevanti di quel monolocale che in confronto, il monolocale dove avevo vissuto per due anni a Milano era un surrogato.
Per cominciare, tutta la stanza prevedeva un impianto a domotica, governabile tramite un tablet. Credo di aver trascorso almeno 20 minuti a gongolarmi premendo ogni tastino touch sullo schermo. Tende su, tende giù, oscuranti su, oscuranti giù, accensione caminetto, spegnimento caminetto, accensione luce bagno, accensione luce doccia, spegnimento luce salotto etc ect.... Uno spasso! Ero tornata bambina, una regina bambina.
Ma l'elemento della stanza che maggiormente mi ha colpito è quello che generalmente è più scontato.
Il WC.
Dopo molte ore di viaggio, era ovvio che sentissi il bisogno fisiologico di fare la pipì. Ma appena seduta su quello che sembrava un wc tradizionale, l'occhio è stato attirato da un piccolo telecomando posto su di un tavolino. I disegni sopra l'apparecchio facevano intendere che servisse a qualcosa relativo a gabinetto. Vuoi non provarlo?
Ho premuto un tastino e....
Dall'interno del sanitario è spuntato un doccino che ha provveduto al lavaggio delle mie parti intime, trascorso circa un minuto si è ritirato autonomamente. Alchè ho premuto un'altro pulsante, e con massima sorpresa, dalla stessa fessura è uscito un altro doccino che ha provveduto ad asciugare tutto ciò che era stato lavato precedentemente.
Vi lascio immaginare lo stupore. Il gabinetto era riuscito da solo a superare ogni mia più alta aspettativa. Dopo quello, poteva solo che andare sempre meglio.
Nei 5 giorni di vacanza che mi erano stati donati, ho avuto modo di vivere tanti piccoli piaceri che non mi concedevo da parecchio.
3 docce al giorno, tanto non c'era fretta e nessuno che avesse bisogno di me. Cambi d'abito ogni 3 - 4 ore, con trucco in abbinato, ma non perchè ce ne fosse la necessità, perchè lo volevo io. Avevo l'occasione di fare solo frivolezze, togliermi la voglia di coccolarmi in tutto e per tutto, e intendevo farlo con criterio.
Massaggi, tuffi in piscina, tisane, bagno turco, palestra. Non mi sono fatta mancare nulla. Pranzi e cene a base di ostriche, sushi, prelibatezze biologiche e tanto tanto Champagne.
La prima notte ho riempito la vasca, mi sono versata due dita di vino in un calice, ho acceso il caminetto e spento le luci. Ho goduto di un bagno a lume di candela, scaldato dal tepore del camino, bagnato dal del buon vino; e ho dormito a stella, cercando di occupare più che potevo di quel grandissimo e comodissimo letto.
Mamma Ilaria era in vacanza ed ogni giorno si sentiva sempre più svuotata dalle responsabilità da mamma e sempre più rigenerata dai vizi da star.
Percepire che la donna che è in te si gusta la propria libertà ritrovata, si delizia di sentirsi la prima donna. Per una volta, dopo tanti anni, non sei la moglie di qualcuno o la madre di qualcun altro. Sei solo tu, indipendente e protagonista. 
Una sensazione meravigliosa!
Ma perchè non l'ho fatto prima?
Quando il ruolo di moglie e mamma prende il sopravvento, la donna si fa da parte... è così, punto, ecco perchè non l'ho mai fatto.
Ringrazio me stessa per essermi data questa occasione, ringrazio mio marito per avermi offerto l'opportunità di godere di questa esperienza, non rifiutandosi di mettersi in gioco e ringrazio 'Chiedi a Papà' per aver creato la circostanza. Una delle esperienze più belle della mia vita!
Il 5° giorno ero sazia e pronta per tornare a casa...... o forse no!

Per sapere come è andata dovrete vedere la puntata di venerdì 5 Febbraio alle ore 23,05 su RAI3.
E se ve la siete persa, potete riguardarla su:
http://www.chiediapapa.rai.it/ 
 
Buona visione a tutti!!!

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