I bambini non smettono mai di stupire, quando credi di sapere tutto di loro, ecco che se ne escono con una domanda o un'affermazione che rimette in gioco tutte le tue certezze.
Fino a
qualche tempo fa, ero convinta di aver trasmesso ai miei figli la libertà di
pensiero, la consapevolezza di poter essere o fare ciò che desiderano, ed
invece, non è così, perchè, di recente, ho scoperto che sono pieni di
preconcetti e che hanno già delle idee stereotipate.
Quando
Fulvio è via per lavoro, la prassi prevede che i miei bimbi vengano a dormire
nel lettone con me, ed è in quei momenti di intimità mamma/ figli che escono i
discorsi più impensabili e che spesso mi lasciano basita.
Una sera,
di punto e in bianco, Oliver ha tirato fuori una frase, così dal nulla: "mamma,
io non voglio diventare grande!"
"amore
perchè?"
"perchè
quando sei grande devi sposarti e fare figli ed io non voglio!"
Mi sono
presa qualche secondo per capire da cosa fosse nata questa considerazione. Ero
stata io o mio marito a fargli percepire che da grandi è un dovere sposarsi e fare figli? Non mi sembrava.... eppure, lui lo dava come
processo scontato: cresco, MI DEVO sposare, DEVO fare figli.
"amore, ma nessuno ti obbliga a sposarti e a fare figli? Non c'è una legge e non sei costretto. Puoi scegliere di fare ciò che preferisci; puoi restare da solo o puoi fidanzarti e se vorrai, ma solo se vorrai, ti sposerai."
"amore, ma nessuno ti obbliga a sposarti e a fare figli? Non c'è una legge e non sei costretto. Puoi scegliere di fare ciò che preferisci; puoi restare da solo o puoi fidanzarti e se vorrai, ma solo se vorrai, ti sposerai."
"ma se
mi fidanzo, devo fare i bambini"
"perchè
devi?"
"perchè
sono le femmine che vogliono i bambini, e se mi fidanzo, la mia fidanzata vorrà
dei bambini!"
Ho
temporeggiato nuovamente per qualche secondo, mentre mi scorrevano mille
domande nella mente: ma chi gliel'ha detto? Dove l'ha sentito?
"tesoro,
è la coppia che decide, insieme, di fare i bambini. Papà ed io, prima di fare
te e tuo fratello, ne abbiamo parlato e solo quando eravamo pronti entrambi
abbiamo deciso di avere voi, quindi, quando sarai grande, ti confronterai con
la tua compagna ed insieme deciderete"
"va
bene, allora se non sono obbligato a sposarmi ed a fare bambini, voglio
diventare grande!"
Uff, meno
male, un preconcetto, forse, lo abbiamo eliminato per sempre, ma da cosa è
nato?
Fulvio ed
io siamo molto aperti rispetto al tema della famiglia, mio fratello e la sua
compagna hanno una bambina ma non sono sposati, abbiamo amici sposati che non
hanno bambini, eppure, nonostante questi esempi presenti nelle loro vite, nella
loro mente si è insinuato un preconcetto.
In un'altra
occasione, riguardo al tema della differenza tra uomo e donna, ho scoperto che
i miei figli sono già un po' maschilisti.
Frasi come:
"mamma sparecchia, perchè è una femmina!" oppure "voglio andare
in macchina con papà, perchè guida meglio!" o ancora "poi mette a
posto mamma, perchè è lei la donna di casa!"
Non so
spiegarmi, quale sia la fonte da cui attingono per costruirsi tutta questa
serie di stereotipi.
A casa
nostra i compiti della routine domestica sono divisi equamente tra tutti i
componenti della famiglia, grandi e piccoli, maschi e femmine collaborano. Mio
marito cucina, i bimbi apparecchiano, io passo l'aspirapolvere, eppure, quando
credo di avergli trasmesso il valore che la donna e l'uomo sono uguali, tatan
eccoti la frasetta che non mi aspetto.
Ultima,
come tempo, ma non meno importante, è stata la domanda che Oliver ha fatto a
Fulvio e me, pochi giorni fa.
Eravamo in
macchina, e così, dal nulla, Olli ci ha chiesto: "ma voi che lavoro
fate?"
Fulvio ed
io ci siamo guardati un attimo perplessi prima che io rispondessi: "olli,
lo sai che lavoro facciamo"
"ma
l'istruttore di canoa e l'istruttrice di fitness non sono un lavoro!"
"ah
no? E perche? qual è per te un lavoro?"
"quando
papà lavorava al Bennet e tu nel negozio di scarpe!"
Nostro
figlio, in due secondi, con solo una frase, ha messo in discussione tutte le
nostre scelte, dire che eravamo scioccati, è poco.
Volevo
capire, su quali basi, avesse determinato che fare il Direttore in un
Ipermercato, fosse un lavoro, mentre insegnare canoa non lo fosse.
"Olli,
ci spieghi perchè uno è un lavoro e l'altro no?"
"perchè,
prima, papà era vestito elegante e aveva la cravatta e un ufficio e tu mamma
eri in un negozio. Venivo a trovarti con Dennis e papà, e tu eri al computer o
mettevi a posto le scarpe!"
Riassumendo,
il concetto di lavoro per mio figlio è: un posto al chiuso, con il computer,
dove vai vestito elegante. Se non è uno stereotipo questo, non so cos'altro lo
sia.
Fulvio, è
stato bravo, perchè credo che gli abbia risposto meglio di quanto io avrei mai
potuto fare: "cucciolo, sai che giorno è oggi?"
"si,
papà, Domenica"
"e
dove stiamo andando?"
"a
sciare!"
"sai
cosa facevo la domenica, quando ero in Bennet? Lavoravo. E se mamma, oggi,
fosse ancora una commessa del negozio di scarpe, lavorerebbe. I nostri, sono
dei lavori, come fare il poliziotto o l'avvocato, ma rispetto a quello che
facevamo prima, ora, abbiamo più tempo per stare con voi e per trascorrere del
tempo tutti insieme. Inoltre, mamma ed io, siamo molto più felici, oggi, perchè
svolgiamo dei lavori che ci piacciono!"
I miei
figli non guardano, quella che io chiamo, la "televisione dei
grandi", a loro è concesso guardare solo i canali dedicati ai piccoli;
Fulvio ed io siamo più che aperti ed elastici riguardo a temi come la famiglia,
il lavoro, la vita in generale, non ci poniamo limiti ed è molto difficile che
ci escano giudizi sulle scelte altrui, quindi mi viene da pensare che certi
preconcetti si siano costruiti nell'ambito scolastico. Immagino 20 bambini che
durante la ricreazione o la mensa dibattono di argomenti da grandi e che ognuno
di loro riporti un pezzo dei valori che sono stati discussi o che vivono tra le
mura delle proprie case.
Attraverso
i discorsi dei miei figli, scopro ogni giorno uno spaccato di questa società
che crede di evolversi ma che è evidentemente ancora conformista e diciamocelo,
retrograda.
Mi
piacerebbe approfondire l'argomento, utilizzando il punto di vista dei bambini,
che se pur più basso di parecchi centimetri rispetto a noi adulti, ha un valore
più alto perchè rispecchia ciò che noi "grandi" gli trasmettiamo
volontariamente o incondizionatamente. Magari un giorno, ritagliandomi un po'
di tempo tra una spolverata e una ramazzata, che pare mi renda molto
"femmina", farò un'intervista ad alcuni bambini, ponendo loro domande
semplici sui temi cardine della nostra società. Sono sicura che sarà molto
interessante, istruttivo, sorprendente e per certi versi drammatico.
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